lunedì 5 marzo 2012

Foolishes' Mom

Di Lavinia Hate si è parlato sempre meno negli ultimi anni. Da sempre conosciuta come la regina del post-rock graffiaschiene e sbucciaginocchia, questa trentenne che di anni ne dimostra al massimo quindici ha trascinato le sue ossa appuntite sui palcoscenici di mezza Europa, tenendo fra le mani la sua inseparabile bottiglia di camomilla corretta. Un esordio sconcertante, con Rotten butterflies and bloody nails, composto di sole ghost-tracks dal retrogusto metallico e vagamente arrugginito, frutto di anni di non-studio e abuso di valeriana. Un lavoro che, come confesserà la Hate in quella che è diventata la sua intervista più famosa (durante la quale la giovane artista ha concepito il suo secondo figlio, ndr), le è costato sette tentativi di suicidio e un incendio accidentale della casa di famiglia, scoppiato dopo aver cercato di dare fuoco al testo di una canzone malriuscita, e forse non solo a quello. Ma ne è decisamente valsa la pena: è stato solo l'inizio di una carriera segnata dalla sperimentazione e dalle collaborazioni più improbabili, come quella con il gruppo folk pugliese Letestericcemozzate, che ha visto la nascita di un LP omonimo, nonché di Jeremy, figlio che la diva ha avuto dall'appena diciottenne batterista del gruppo. Da quel momento in poi le sue collaborazioni hanno visto solo band femminili, l'ultima delle quali ha dato vita all'innovativo progetto jazz con la sassofonista nonché fotografa Luna Lestrange, sconosciuta ai più, che ha immortalato la Hate per la copertina del loro album Perry, Betsy and smoke at midnight, suggestiva commistione di celebri cover dei pilastri del jazz e di brani inediti composti a tre mani (la Hate ne ha persa una per strada, o meglio, durante uno dei suoi sette mistici tentativi di raggiungere l'aldilà, ndr). Ma dopo anni di intensa attività e passionali collaborazioni, l'affascinante artista è stata protagonista di un irrimediabile declino, di cui nessuno conosce le motivazioni. Un giorno, semplicemente, non si è più vista né sentita, i suoi cd sono spariti dai negozi, nessuno ha più cantato le sue canzoni, neanche sotto la doccia. Un lento oblio sta divorando la sua prorompente immagine, e il mondo rischia di dimenticare la sua fluente chioma gialla e la sua voce graffiante. C'è chi pensa che l'ottavo tentativo sia andato a buon fine, e chi invece sostiene di averla vista sorseggiare vodka e camomilla, il suo cocktail preferito, nei locali della periferia londinese, in compagnia della sua nuova e barbuta fiamma (pare si chiami Jessica). Ovunque si trovi adesso, a noi piace ricordarla con le note della sua canzone che ha accompagnato tante soste nelle piazzole dell'autostrada, Trick me with my mom but please, don't f**k me sadly. Ci manchi, Lavinia.

[di Jun R.]

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